La cosiddetta “Guaita di Travale” è una pergamena redatta nel 1158 dove sono state annotate le deposizioni di alcuni abitanti di Travale in occasione di una disputa territoriale. Travale, poco distante da Follonica, è un suggestivo borgo medievale citato per la prima volta nel 1135 come parte dei possedimenti dei Pannocchieschi. I protagonisti della contesa erano il vescovo Galgano, appartenente alla famiglia dei Pannocchieschi e il conte Renieri, ritenuto da alcuni suo fratello. Per tentare di sciogliere il nodo, la questione venne rimessa nelle mani del giudice Balduino, il quale chiamò in causa sei uomini di Travale e sei di Fosini, un castello medievale situato nei dintorni. I dodici uomini convocati da Balduino dovevano, sotto giuramento, indicare con chiarezza a quale corte appartenessero i territori oggetto della lite.

Tuttavia, dato che a noi sono pervenute soltanto le testimonianze dei residenti a Travale non sappiamo come si sia conclusa la vicenda. Una delle più note è quella di Pochino detto Pietro. Egli riferisce che Malfredo di Casamagi fece la “guaita” (guardia) al castello di Travale per un misero pezzo di pane. La versione estesa recita infatti: guaita, guaita male non magiai ma mezo pane. In tutto questo vale la pena ricordare che questa frase è forse uno dei primi esempi di lingua volgare del tempo. Lo scriba, ritenendo tale testimonianza importante ai fini della disputa decise non tradurla in latino, come invece si era soliti fare.

In occasione della rievocazione delle Guaita di Travale, che generalmente si svolge nel mese di Luglio, il paese torna indietro nel tempo. Le strade si riempiono di figuranti vestiti con i tipici abiti dell’epoca che, per l’occasione mettono in scena quello che molto probabilmente avvenne durante la contesa. Non solo, presso le varie bancarelle dislocate lungo la strada principale è possibile assaggiare un vasto assortimento di prodotti tipici toscani e maremmani.