Il popolamento nel Medioevo

Il primo insediamento conosciuto all’interno del perimetro dell’attuale comune di Follonica è il castello di Valle, situato sulle pendici meridionali del Parco di Montioni. Il toponimo “Valle” è attestato dall’884. In questa data compare in una permuta col vescovo di Lucca Gherardo dei beni posti: “in loco et finibus Cornino ubi dicitur ad Valle”. Il sito è di particolare importanza perché poco dopo compare fra le disponibilità del re Lotario fra i possedimenti fiscali.

Il castello invece compare nella documentazione scritta nel 1010, ben due secoli più tardi rispetto alla precoce citazione della località di Valle. Nei secoli successivi il castello subì numerosi passaggi di proprietà.

Fra XII e gli inizi del XIV secolo passò dall’Abbazia di Sestinga al vescovado di Massa Marittima e successivamente ai conti Alberti. Questi lo cedettero in parte al Capitolo massetano e in parte alla famiglia degli Aldobrandeschi. Nel 1278 i conti di Santa Fiora cedettero ai Pisani i loro diritti sul castello. Così fecero anche i Todini che, agli inizi del XIV secolo affidarono a Pisa il controllo temporaneo (dal 1305 al 1315 c.a.) dell’intera struttura.

Il castello, ancora abitato e chiuso al pubblico, è stato oggetto di un restauro che ha alterato la planimetria e le strutture precedenti. Della cinta muraria sono visibili soltanto alcuni tratti di mura rimaneggiate e parzialmente inglobate negli edifici attuali. Sul lato Nord del cortile interno è riconoscibile una chiesa (ora abitazione privata) e i resti di un’altra torre. Entrambi gli edifici si conservano per circa 10 metri.

Il castello di Valle visto dal basso
Uno degli edifici (completamente restaurati) appartenenti all'attuale borgo di Valle

La Pievaccia

Un altro edificio particolarmente interessante, situato all’interno del parco, è la Pievaccia: una chiesa fortificata ubicata sull’altura di Poggio al Chiecco. Secondo alcuni tale struttura sarebbe da identificare con la pieve di Pastorale citata in una donazione dell’abate di Sestinga del 1046. Essa avrebbe poi cambiato nome in Plebes de Vitiliani (attestata nel 1217).

I dati emersi dallo scavo del 1996 indicano che l’area della Pievaccia è stata frequentata prevalentemente durante il basso Medioevo. Ma ci sono anche alcune evidenze che mostrano come il sito sia stato oggetto di sporadiche frequentazioni fino a tempi piuttosto recenti. Le caratteristiche della chiesa, simili a quelle degli edifici fortificati, sembrano indicare una funzione di controllo del territorio, invece che di cura d’anime. Questo non esclude un uso rituale del piano terra. Tuttavia la croce lucifera sulla facciata è l’unica evidenza che va in questa direzione. L’assenza di un cimitero, sia interno che esterno e del fonte battesimale sono sufficienti ad escluderne le funzioni di pieve.

La Pievaccia di Follonica sorge su Poggio al Chiecco all'interno del Parco Naturale di Montioni, una delle principali aree naturali protette della Maremma
La Pievaccia di Follonica sorge su Poggio al Chiecco all'interno del Parco Naturale di Montioni, una delle principali aree naturali protette della Maremma

E Follonica quando nasce?

Il toponimo viene menzionato per la prima volta nel 1038. Si tratta di una citazione indiretta, poiché viene fatto riferimento a ad un pezzo di terra donato alla badia di Sestinga e posto in un luogo detto Fullonica.

Verso la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo Follonica iniziò ad affermarsi all’interno del panorama dei traffici marini. Due documenti, uno del 1312 e uno del 1315, lasciano presupporre che in questa località fosse sorto un nuovo porto. Il primo documento attesta che due barche sbarcarono presso Follonica un carico di nove moggia di grano. Il secondo riporta che due commercianti consegnarono al comune di Massa Marittima un carico di sale proveniente dal porto di Follonica. Non sappiamo se questi documenti facciano riferimento ad uno scalo follonichese, di cui al momento non si hanno evidenze, o al vicinissimo porto di Scarlino.

Uno stralcio della carta Inghirami del 1830

Testi a cura di Carlo Citter

Per approfondire:

  • Cucini, C. (1985) Topografia del territorio delle valli del Pecora e dell’Alma, in R. Francovich (a cura di), Scarlino I. Storia e Territorio, Firenze, pp. 147-335.
  • Goracci, M. C. (2002) V. Da Follonica a Travale, in C. Citter (a cura di) Guida agli edifici sacri: abbazie, monasteri, pievi e chiese medievali della provincia di Grosseto, Sinea, p. 81.

Get Updates & More

Thoughtful thoughts to your inbox

Questo sito web utilizza cookies per permettere la corretta navigabilità del sito e per i servizi ad esso connessi. Clicca sul bottone 'Accetto Cookie' per proseguire la corretta navigabilità.