La dominazione francese (XIX secolo)

Durante il travagliato periodo che caratterizzò gli inizi dell’occupazione francese, fine XVIII inizi XIX secolo lo stabilimento di Follonica versava in stato di completo abbandono. Nell’estate del 1805 l’impianto fu riattivato e vennero apportate importanti modifiche e innovazioni.

Il mulino cinquecentesco fu smantellato e venne trasferito nel seminterrato del palazzo (Vecchio Palazzo), che ospitava il forno primitivo (forno grande).

L’anno successivo venne costruito un secondo forno nella ferriera vicina all’antico mulino, mentre appena tre anni più tardi fu eretta una nuova steccaia in muratura. La nuova struttura, posta nel medesimo punto di quella precedente (alla confluenza tra Pecora e Ronna), aveva lo scopo di migliorare l’apporto idrico agli stabilimenti. Fra il 1807 e il 1809 sia lo stabile del forno grande (crollato nel 1807) che il fornino furono completamente rifatti.

In questo periodo vennero ristrutturati e ampliati i magazzini sulla costa.

Litografia di A. Terreni del 1802

Annessione al Granducato della Toscana 1815-1859

Con l’annessione di Follonica al Granducato di Toscana nel 1815 le miniere elbane e lo stabilimento siderurgico passarono sotto il controllo della Magona statale.

Le condizioni di tutti gli edifici erano disastrose, ma negli anni 1817-18 iniziò una ponderosa opera di restauro e di potenziamento. Tra il 1818 e il 1822 venne costruito il nuovo forno tondo alla tedesca alto circa 8 metri, chiamato in seguito S. Frediano. Il nuovo forno utilizzava macchine pneumatiche a stantuffi, che consentivano la ventilazione ad aria asciutta. Una innovazione che portò alla eliminazione delle vecchie soffierie ad acqua. Oltre al ferraccio, Il forno era in grado di produrre anche raffinati prodotti in ghisa.

Nel 1820, il vecchio forno grande fu abbandonato, in quanto non più necessario dopo l’entrata a regime di quello alla tedesca. Nello stesso anno vennero costruite anche altre strutture: un nuovo magazzino dei ferri (a fianco della cappella), l’arsenale, la bottega del fabbro e del falegname. Nel 1831 l’arsenale fu trasformato in ospedale da Alessandro Manetti, che successivamente venne ristrutturato, per ospitare il granduca nei suoi numerosi soggiorni a Follonica.

Si aggiunsero poi: la dogana (1826-1831) il pontile (lungo circa 128 metri, di cui 103 in mare), formato da 18 o 19 pontoni. La parte immersa in acqua era foderata di rame, e sostituì quella settecentesca.

Altre strutture erano i lavatoi, il pozzo d’acqua potabile e la casa del Guardiaboschi, un alloggio degli impiegati e una stalla con fienile presso il fabbricato dei vetturini.

Il ponte canale consentiva alle acque del Ronna di scavalcare il Pecora, che proseguiva nella palude di Scarlino con piene invernali catastrofiche per il funzionamento dello stabilimento.

Nel 1836 furono iniziati i lavori per la costruzione del recinto della Magona.

Nel 1838 si concluse la costruzione del nuovo complesso forno-fonderia a getti detto S. Leopoldo. Nel 1838 fu aggiunto l’orologio al vecchio arsenale. A cavallo tra il 1838 e il 1839 venne ultimata la costruzione del locale detto della Condotta, che diverrà nel Novecento la “Fonderia numero 1“. Nello stesso periodo furono edificati anche molti alloggi per gli operanti e il torrente Petraia (fosso di Valli) venne intombato all’interno del recinto magonale.

Nel 1840 la parte emergente del forno cinquecentesco fu abbattuta. Sulle vecchie fondamenta del forno fu edificata l’officina grande delle macchine (1844-1846), mentre continuò ad essere utilizzato il molino del seminterrato. Nel 1841 fu iniziato e completato il terzo forno, detto Maria Antonia in onore della granduchessa, alto 7,725 metri, diametro massimo di 2,1 metri. Nel 1844 fu costruita nell’antico luogo che ospitava il bottaccio, una nuova ferriera alimentata dalla lignite di Montebamboli e di Montemassi.

Tra il 1845 e il 1848 l’arsenale, ingrandito e rialzato, fu trasformato nel palazzo granducale.

A. S. G., Genio Civile, 246, Fasc. 5, c. 80
A.S.G, Antico catasto. Follonica, cartoncio s.d

La nascita del paese di Follonica all’esterno del recinto magonale

Leopoldo Il alla fine degli anni Venti, pianificò delle iniziative che avrebbero cambiato il futuro dell’intera Maremma, in particolare della città di Follonica.

Per raggiungere questo risultato doveva essere bonificato il territorio intorno agli stabilimenti siderurgici, posti a breve distanza da alcuni acquitrini, come il padule di Scarlino.

Il territorio doveva fornire la necessaria manodopera, accogliendo in maniera stabile le famiglie, così da consentire le attività siderurgiche anche nei mesi estivi. Si trattava di un’operazione non semplice a causa della malaria.

Il 27 novembre 1828 il Granduca dette inizio all’opera di bonifica, partendo dalla palude di Castiglione della Pescaia. Agli inizi degli anni Trenta Leopoldo II di Lorena stabilì che Follonica dovesse diventare il centro dell’industria del ferro dello stato Granducale. Si dette inizio alla sistemazione idraulica della zona, regimando le acque, ripulendo e arginando fosse e canali. Il Granduca decise anche di isolare il complesso siderurgico, con la costruzione di un muro. Venne inoltre deciso di costruire un piccolo villaggio a nord ovest del futuro recinto magonale.

Progetto di fabbricazione del nascente villaggio di Follonica” - disegno attribuito a Francesco Leoni (1836)

La strada tra Follonica e Massa Marittima fu prolungata fino al mare e contestualmente ne venne costruita un’altra parallela alla prima. Tra le due, circa a metà del recinto, lato nord ovest, fu progettata una chiesa, attorno alla quale sarebbe dovuto crescere il futuro villaggio. Le prime costruzioni in realtà vennero realizzate tra lo stabilimento siderurgico e il mare, lungo la strada per Massa Marittima, nominata poi via del Commercio.

La parallela inizialmente fu chiamata via della Marina alla Canonica e in seguito via del Cannone. Nel disegno del 1836 è evidenziato anche il viale di Follonica e la via vecchia del Litorale. Tra il 1831 e il 1834 Leopoldo Il cedette gratuitamente 38 piccole preselle di terreno lungo le vie appena tracciate del futuro villaggio. Su ciascuna presella doveva essere edificata un’abitazione, ai costruttori era riservato un premio, costituito da un appezzamento di terreno seminativo. Ad approfittare del vantaggio non furono solo i dipendenti dello stabilimento, ma anche artigiani, commercianti e molti altri.

La nascita del paese di Follonica: assetto a maglie rettangolari

L’assetto stradale della città di Follonica attuale è evidenziato utilizzando come base una mappa del 1884. In verde a tratteggio è evidenziata la viabilità principale, costituita dalla via da Follonica a Massa Marittima e la via di Castiglione. In arancione è evidenziata via Amorotti, ovvero: l’unica strada che usciva dallo stabilimento siderurgico, attraversando il cancello di ghisa (viola). Una sorta di arco di trionfo che vuole sintetizza la grande qualità della manifattura prodotta a Follonica. La chiesa di San Leopoldo, con pronao e altare in ghisa, venne realizzata nel 1831 su mandato del Granduca Leopoldo II a Manetti e a Reishammer.

Foto d'epoca

La splendida foto illustra con chiarezza l’assetto stradale a maglie rettangolari che caratterizzava il piano regolatore originario.

A sinistra via del Commercio (attuale via Roma) che fiancheggiava il recinto magonale. Parallele a questa, nell’ordine da sinistra, via di Mezzo e via del Cannone, tagliate al centro dal viale di Villa (oggi viale Bicocchi). In primo piano invece via Cappellini, che successivamente proseguirà oltre via del Cannone con il nome di via Mazzini. A destra evidenziato in azzuro il podere Vanni con due pagliai lungo viale di Villa. Dietro il rilevato ferroviario della Follonica PortoMassa Marittima, che proseguendo verso il mare incontrava la fabbrica di concimi chimici (fabbricato con la ciminiera). Dietro podere Vanni, verso il mare invece la villa Baldini, la futura sede del Regio Istituto tecnico Agrario “Arnaldo Mussolini».

Foto scattata dal campanile di S. Leopoldo
Dettagli del campanile della chiesa di S. Leopoldo

Fotografia d’epoca della spiaggia di ponente e di levante scattata dal pontile nuovo

Panoramica della spiaggia di ponente e di levante scattata dalla piattaforma del “pontile nuovo” con ben evidenti tre coppie di binari. Da sinistra verso destra: le baracche che occupavano un grandissimo tratto della spiaggia, l’antico pontile settecentesco, completamente ricostruito nel 1831 (“pontile vecchio”). Il lato verso levante della spiaggia era del tutto privo di costruzioni stabili. Tale spazio era adibito a deposito dei minerali provenienti dalle cave dell’Elba. La cartiera invece venne costruita su un precedente edificio che aveva ospitato nel 1912 una piccola centrale termoelettrica.

Una cartolina d'epoca del nuovo pontile

Follonica: 1830 ca-1930 Un secolo di sviluppo urbanistico

Follonica nel 1846
La crescita demografica negli anni Trenta e Quaranta è stata lentissima, soprattutto a causa della malaria. Nonostante gli incentivi del Granduca, nel 1835 si contavano appena 105 abitanti. La situazione non migliorò nel secolo successivo. Nel 1941, Follonica poteva contare solo su 273 abitanti. Tuttavia, in campagna appaiono comunque le prime costruzioni in muratura. La mappa catastale riporta una Follonica in cui si inizia ad evidenziare un impianto urbanistico a maglia rettangolare. Nel 1864 la chiesa di San Leopoldo e il recinto magonale risultano completati.

Follonica nel 1884
Nella mappa catastale del 1884 si può osservare immediatamente il notevole sviluppo edilizio che vide Follonica tra gli anni Cinquanta ed Ottanta, in particolare in direzione Sud. Lo sviluppo urbano portò anche ad un sensibile aumento demografico: nel 1861 gli abitanti erano 1.138. Alla fine degli anni ‘70 del 1800, però, una grande crisi siderurgica colpì lo stabilimento di Follonica. Questo si ripercosse anche sulla popolazione. Infatti, nel 1881 arrivò soltanto a 1.231 abitanti.

Mappa catastale del 1884 - Aechivio di Stato di Grosseto (A.S.G.)
Mappa catastale del 1846 - Aechivio di Stato di Grosseto (A.S.G.)

Follonica nel 1930
Con la progressiva scomparsa della malaria, dovuta ad una sistematica cura degli infettati con il chinino, portò nel giro di pochi anni ad un’incredibile espansione urbanistica di Follonica. Contestualmente alla cura della malaria si registrò una vera e propria esplosione demografica. Nel 1901 vennero raggiunti i 2.000 abitanti, 3.000 nel 1911, 4.769 nel 1929 e addirittura 5.214 nel 1930.

Mappa catastale dei primi del '900
Modello di espansione fino agli anni '60 (cartografia tecnica regionale)

Per approfondire:

  • Rombai, L. Tognarini, I. (1986), Follonica e la sua industria del ferro. Storia e beni culturali, Firenze.

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