Con una serie di articoli, che man mano saranno pubblicati su questo sito, si ha l’intento di illustrare quale sia stata l’evoluzione di Follonica, nata come villaggio industriale, a divenire nel corso degli anni stazione balneare e, di seguito, importante città a velleità soprattutto turistica. Di seguito si illustra il processo nella sua prima fase: dal 1900 al 1960 circa.

Nel 1900, Guido Carocci, fiorentino con una formazione da autodidatta che si fondava soprattutto sull’ esperienza diretta scriveva che a Follonica, sulla spiaggia, era stato costruito “uno stabilimento balneario, divenuto ben presto un importantissimo e ridente luogo di ritrovo”.

Il piccolo stabilimento, successivamente dotato della sua “rotonda sul mare”, sebbene facesse sperare in una futura “Follonica Beach”, non poteva ancora essere considerato espressione di velleità turistiche della cittadina, date soprattutto le condizioni socio-economiche del periodo. La villeggiatura a Follonica era infatti molto provinciale e di tipologia familiare e aveva quasi sempre uno scopo terapeutico: i benefici dei bagni in mare e del respirare l’aria salmastra.

E’ difficile conoscere la tipologia del turismo dell’epoca e se fosse elevato o evoluto ma è sicuramente probabile che la maggioranza di essi provenisse dall’entroterra massetano. In ogni caso, sulla Guida Bertarelli del Touring Club italiano, nel 1923, citava Follonica come luogo in cui “finalmente debellata la malaria” era divenuta “stazione balneare” e niente più di questo. Si può comunque fare un calcolo, più o meno quantitativo delle presenze turistiche dell’epoca, considerando che nel 1925 venne ristrutturata la sala del Cinema Tetro tirreno e nel 1933 si inaugurò il primo Campo da Tennis (il secondo venne realizzato nel 1940), mentre nel 1938 nasceva un altro stabilimento balneare e veniva inaugurato il cinema all’aperto “Arena Roma”. Lo sviluppo della Follonica turistica, inizia a delinearsi nel 1935, quando la troviamo citata sulla Guida T.C.I. della Toscana che ne da’ questa descrizione: “una pineta che accresce il pregio alla stazione balneare, sorta lungo l’estesa spiaggia”. P

roprio su questa guida, si segnalano gli alberghi Minerva (16 camere), Savoia (13 camere), Roma (8 camere). Questo a testimonianza di un incremento turistico abbastanza congruo, nonostante Follonica fosse al tempo descritta come la “marina naturale” di Massa Marittima, posta in posizione privilegiata al centro del Golfo, tra il promontorio di Punta Ala e quello di Piombino, con di fronte le isole che sembrano fare da barriera al Golfo stesso. Nelle Guide Turistiche dell’epoca, viene sempre e comunque sottolineata la presenza importante di una vasta pineta, che costeggia tutta la spiaggia e ne accresce il pregio.

Nonostante questo però, dai testi a disposizione, non si deducono ancora segni di uno sviluppo del turismo di elìte come una priorità di Follonica, neanche dalle indicazioni e descrizioni che si possono trovare sull’Annuario dei Comuni e delle Frazioni pubblicato dal T.C.I. nel 1961 e nel quale si censisce Follonica come: “centro balneare che dispone di alberghi di terza categoria, Bologna, Terrazze, Minerva, ; di quarta categoria Stella, Giardino, Centrale, Vega; di pensioni Eden, Ausonia e di locande come Lido, Roma, Aurora, Nella, Viaggiatore. Follonica, comunque, come altre località costiere della Maremma, fino a quel momento rifuggite a causa dell’aria malarica, riscuoteva qualche crescente preferenza in più, soprattutto da parte di coloro che avevano il desiderio di ritemprare il corpo e l’anima lontano dai chiassosi luoghi marini più frequentati (es: Livorno e Viareggio). La città si stava liberando di quei clichès tradizionalmente maremmani , come quelli della cultura del vittimismo e della miseria, del disagio di una terra sventurata, proprio in virtù dell’avventura balneare.