Il parco di Montioni che si trova vicino a Follonica si estende per 4.494 ettari in provincia di Livorno e per 1.990 ettari in quella di Grosseto. I boschi sono principalmente composti da alberi di cerro e di leccio. Nelle aree più umide sono presenti anche lembi di bosco ripariale costituito da piante appartenenti a più specie. La fauna invece è quella che tendenzialmente frequenta i boschi di macchia mediterranea maremmana. L’attuale aspetto del parco di Montioni è il risultato di un lunghissimo periodo di intenso sfruttamento del bosco che ricopriva e ricopre questa altura. Sfruttamento che dopo 1960 a lasciato il posto ad una fase di abbandono. Dopo questa data infatti, le superfici boscate non hanno subito ulteriori forme di sfruttamento, se non quelle legate agli usi civici.
A livello geologico Montioni era noto in passato per l’abbondante presenza di allume nel sottosuolo. Un minerale molto utilizzato nelle tintorie e per la concia delle pelli. Il Papa Sisto IV (1414 – 1484) che possedeva il monopolio dell’unica fonte al momento conosciuta (i monti della Tolfa nel Lazio) cercò di accaparrarsi i giacimenti che sono stati sfruttati fino al secolo scorso. Ancora oggi passeggiando per il parco è possibile osservare alcune delle cavità nella roccia lasciate dai cavatori dopo la completa estrazione dell’Allume.
Il più antico riferimento a Montioni la troviamo nella documentazione scritta al 783 (d.C.), mentre per avere notizie di un primo insediamento stabile in questo territorio bisogna aspettare il 1038 anno in cui venne rogato un documento nel quale si faceva riferimento, indirettamente, ad un castello ubicato proprio a Montioni. Tuttavia, il luogo indicato nel documento non è da identificare con l’attuale villaggio di Montioni, sorto per volere di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte. Il castello coincide con i ruderi della torre posta sull’altura denominata Montioni Vecchio o Montionaccio.