Montieri

Montieri

La prima notizia certa relativa al castello di Montieri (1133) è piuttosto tarda rispetto alla media della Maremma medievale, in considerazione del fatto che le miniere d’argento erano particolarmente rilevanti. Ma è possibile che il silenzio sia indizio di una non elevata conflittualità per il loro controllo fino a quando il vescovo di Volterra e alcune importanti famiglie comitali non se ne contesero lo sfruttamento.

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Tutta l’area è stata oggetto di numerose ricerche di archeologia centrate sullo sfruttamento minerario da parte dell’Università degli studi di Siena. I risultati ottenuti hanno permesso di delineare l’assetto del castello e di altri centri nel territorio, come la canonica di San Niccolò.
Tutta l’area di Montieri è caratterizzata dallo sfruttamento minerario sebbene non solo relativo all’argento. Infatti le mineralizzazioni delle Colline Metallifere consentono di estrarre anche ferro e rame, seppure non sempre in grandi quantità. Boccheggiano è insieme a Travale un piccolo castello che gravitava nel XIII secolo nell’orbita del vescovo di Volterra e poi del Comune di Siena. Travale è attestato prima nelle fonti, contemporaneamente a Montieri, ma sempre conteso fra gli stessi attori che evidentemente ambivano al controllo delle risorse minerarie, fra cui spiccavano anche i conti Pannocchieschi. Allo stesso periodo risalgono le citazioni di Gerfalco, un altro castello fondato per lo sfruttamento delle miniere d’argento, sebbene quelle più ricche non siano in prossimità delle mura. Nelle numerose contese che hanno lasciato traccia documentaria si inserirono anche i conti Aldobrandeschi e l’imperatore, che in ultima istanza, vantava antichissimi diritti sulle miniere derivanti dall’età romana.Accanto ad emergenze di carattere storico archeologico abbiamo anche una serie di luoghi il cui interesse è ambientale o geologico. È il caso del geo-percorso che conduce fino alle cave di rosso ammonitico sulle cosiddette Cornate di Gerfalco, che hanno fornito il materiale per la pavimentazione di colore rosso del Duomo di Siena. Sulla strada tra Montieri e Boccheggiano invece è possibile osservare il geosito chiamato “Le Roste”. Il deposito di origine artificiale deve il suo tipico colore rosato ai solfati di rame che lo compongono. Segnaliamo infine, a breve distanza da Travale, il Corniolo Gigante, un’eccellenza botanica costituita da un esemplare iscritto nell’elenco degli alberi monumentali. A Travale invece sono presenti varie centrali geotermiche gestite dal Enel Green Power, una importante risorsa di energia rinnovabile e sostenibile.

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