La tradizione vuole vuole che, nella notte tra 30 Aprile e il 1 Maggio vengano accesi molti falò! Avviene il tutto nelle campagne che circondano Follonica. Vicino ai poderi si riuniscono gruppi di persone per cantare in coro.
La cosiddetta “Maggiolata”  dalla notte del 30 Aprile arriva al tramonto del giorno successivo.
È una manifestazione molto variopinta. I protagonisti sono chiamati “Maggerini”, con i loro canti, i loro strumenti, i fiori, i nastri ed i cappelli.
Generalmente, il coro dei Maggerini è composto da un poeta, un alberaio, un corbellaio, un suonatore di fisarmonica o di chitarra e da un minimo di altri quattro personaggi che cantano e suonano brani tipici delle tradizioni popolari, augurando una bella estate e un buon raccolto.
I canti, specchio della Maremma tra il ‘700 e il ‘900, si ispirano a tematiche varie come quella del lavoro duro e faticoso di quei tempi;  del corteggiamento e dell’amore tra struggimento e ironia;  del paesaggio, tra fiera e amara bellezza. Ma ci sono il sorriso e l’ironia tutta la toscana con brani accattivanti e musicalmente trascinanti.
Quando i nostri nonni erano giovanotti maremmani, questa terra che oggi attrae turisti da tutto il mondo, viveva prevalentemente di agricoltura, pastorizia e delle materie prime estratte dalle miniere presenti nell’intero territorio. Da tali attività presero vita tradizioni fortemente legate al calendario contadino e si crearono momenti di scambio ed occasioni di socializzazione.
Canti dal tono canzonatorio sono frequenti nella tradizione popolare: hanno spesso per oggetto la donna, i preti, le serve
La canzone più conosciuta è sicuramente “Maremma amara” di cui riportiamo qualche verso:

Tutti mi dicon Maremma, Maremma

Ma a me mi pare una Maremma amara

L’uccello che ci va perde la penna

Io c’ho perduto una persona cara.

Sia maledetta Maremma Maremma,

sia maledetta Maremma e chi l’ama!