Visita virtuale di Follonica – dal Mare all’ILVA
(ovvero: Follonica città della ghisa)

Molti ritengono che Follonica al di fuori di uno splendido mare abbia ben poco da mostrare.
Niente di più sbagliato, per chi sa guardare Follonica offre inaspettati monumenti, molti legati al passato industriale della città.

Cominciamo il nostro giro dalla Piazza a Mare, l’allestimento moderno tradisce l’origine antica, anche se dei binari che sembrano correre verso il mare, qualche domanda la fanno nascere. Siamo infatti nell’area dove da sempre attraccavano barconi, chiatte, velieri destinati al rifornire le fonderie di minerale di ferro Elbano; anticamente arenandosi sulla riva sabbiosa, quindi furono costruiti dei pontili muniti di binari che permettevano l’attracco di navigli con maggiore pescaggio.

Volgendo le spalle al mare si notano tre edifici “storici” a destra la Casa Gobba, antichi magazzini dalle falde asimmetriche, davanti la Casa Storta, che infatti non è allineata con l’asse di via Roma, e la Casa della Dogana a sinistra. Notare il portone della Casa Storta con la “rosta” a forma di margherita. in città sono molte le roste (le mezzelune poste sopra i portoni nate per illuminare ed arieggiare il corridoio d’ingresso) in ghisa di fabbricazione locale di fine ‘800 primi decenni del ‘900, periodo nel quale la città del Golfo da sito industriale diventa città balneare, sviluppando le prime forme di accoglienza turistica.

Percorriamo ora Via Roma, il Corso del passeggio follonichese, molto rimaneggiata, poco rimane del periodo ottocentesco se non delle panchine con telaio in ghisa a forma di viticci intrecciati tra loro. Al numero civico 47 il Casello Idraulico, edificio voluto dal Granduca Leopoldo II per ospitare i tecnici addetti al controllo dei sistemi idraulici necessari alla bonifica della Maremma. All’interno stupenda scala a chiocciola interamente in ghisa, una delle ultime rimaste. Via Roma si apre in Piazza Sivieri dominata da un Obelisco sormontato da una stella in ghisa: si tratta di un monumento a Garibaldi, che transitò durante la sua fuga dal ravennate in queste zone. A ricordo nel 1877 fu eretto il monumento, uno dei pochi ad essere costruito con l’Eroe dei due mondi ancora in vita.

Prima di deviare in Via Amorotti porgere attenzione ad un terrazzo in Via Roma n 70, si tratta di un’opera interamente in ghisa: non solo la ringhiera, ma la mensole e pure il piano di calpestio sono state realizzate dalle fonderia follonichesi in questa lega. Per molti decenni infatti le fonderie locali si specializzarono nella produzione di opere artistiche in ghisa, che andarono ad abbellire oltre alla nostra città le vie e le piazze di molte città toscane. Tornati in via Amorotti poche centinaia di metri ci separano dall’ingresso monumentale della Fabbrica del Ferro.
Ma di questo parleremo un’altra volta.